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MATERIA#MATERA

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La struttura di un territorio è facilmente riconoscibile attraverso le rappresentazioni letterarie, come una immensa morfologia la descrizione delle diverse zone con i rispettivi territori anticipa il riconoscimento iconografico introducendo alla conoscenza. Sarebbe come descrivere a parole un soggetto che si incontrerà in un momento diverso, praticamente una configurazione che si deposita nel nostro immaginario ancor prima dell’esperienza diretta, della conoscenza formale. L’ approssimazione ad un territorio letterale come quello di Matera inizia invece con le immagini: ricostruiamo un lessico, un modello linguistico che utilizziamo in tutta la nostra esperienza in quanto frutto di una sequenza di luoghi in cui spesso è qualcuno a condurci, a mostrarci e a raccontarci la propria visione. Il progetto Matera#Materia è espressione di una condizione di conoscenza, un percorso in divenire a cui poter aggiungere la singolarità dell‘esperienza visiva, la forza della percezione storica, la soggettività della condizione estetica. Questi termini definiscono la mia linea di ricerca che è stata fondamentale per costruire la mia restituzione del territorio, attraverso il dialogo con le persone con cui riesco ad avere una condivisione non solo visiva dei loro luoghi. Materia#Matera è uno studio di antropologia delle immagini in cui si afferma l’esistenza di icone del territorio, in senso opposto ai non luoghi, alle periferie del mondo e all’iriconoscibillità delle metropoli contemporanee.
La fotografia mi è di aiuto nel definire una relazione umana con questa struttura urbanistica così unica, con il dialogo avviato durante il tempo tra la luce e la pietra, un capolavoro scenografico che la sua singolarità ha reso celebre, del quale ho sentito la necessità di riferire, attraverso i miei occhi, l’esperienza. Assimilo questa luce e questa pietra fino ad esserne parte e mi immergo in questo rigore per non permettere alla città di distrarmi dalla necessità di approfondire quanto più possibile.
Potenzialità di un luogo che domina le immagini con la materia, il rimando impressionista di questa scenografia in continua trasformazione nell’arco della giornata, dove si tratta di raccogliere tutta questa dimensione così carica di energia, così terrestre.
Per ogni immagine c’è un potenziale solo parzialmente rivelato, stratificazioni di civiltà e di storia scritta dagli uomini ma anche dalla natura, dalle piante e degli animali, figure, in transito o colte nella loro quotidianità. Sono due termini ricorrenti in tutti i linguaggi, figura sottintende al corpo, dimensione dello spazio che diventa riconoscibile e misurabile, e poi luogo, il termine forse più semplice che racchiude un racconto, una meta, un punto di contatto con la vita reale, anch’essa racchiusa in una immagine.
La forza evocativa della fotografia è la sua capacità di testimoniare, sempre e a prescindere dal messaggio che la caratterizza, il senso della vita e dell’esistenza stessa, il modello biografico universale in cui è racchiuso il genoma della nostra storia.
Materia#Matera è anche una operazione di etica della conoscenza, un incipit dal quale partire per apprezzare con maggiore consapevolezza l’unicità di un luogo e della sua gente, la ricchezza di dettagli con cui queste immagini presentano questo insieme indisolvibile è un omaggio alla cura e all’amore che le persone hanno dedicato alla città e alla sua rinascita. Il passaggio di migliaia di visitatori può essere una conferma di quanto è prepotentemente emerso nell’intero percorso con cui ho voluto avviare questo work in progress presentato in questa sequenza.
The structure of a territory is easily recognisable throughout literary representations, just as an immense morphology, the description of the different zones with the
related territories anticipates the iconographic recognitions and leads to its knowledge. It would almost be as describing with words someone that one would meet later on, a set of images that lies in our imagination even before the direct experience and the formal acquaintance. The approach to a territory such as the one of Matera begins instead with the images: we build up a lexicon, a linguistic model that we use for our entire experience as the result of a sequence of places where there is often someone showing us the way, telling their vision. The project Matera#Materia it is the expression of a condition of knowledge, an evolving path to which the visual experience of the single can be added, together with the strength of the historical perception, the subjectivity of the aesthetic condition. These terms define the guidelines of my research which was fundamental in order to build my homage to the territory through a dialogue with the people with whom I can have a shared vision of their places which is not only visual.
Materia#Matera it is an anthropology study of the images that state the existence of the territory, opposite to the non-places, the outskirt of the world, the impossibility to recognize contemporary metropolis. Photography helped me defining a human relationship with this unique urban structure, with the dialogue between time, light and stone, a scenographic masterpiece whose singularity made it famous, whose experience I felt the need to spread through my vision. I feel this light and stone, almost as feeling part of it, of this rigour, staying away from the distraction of the city and focusing on the need to understand it as much as possible.
The power of a place that dominates the images with the substance, the link with impressionism of this scenography with its continuous transformation during the day, where everything is about capturing this dimension so full of energy, so earthy. For each image there is a potential which is only partly visible, revealed under the layers of civilization, history written by men and nature, plants and animals, figures, passing by or in their daily lives. The terms which come back through the research: figure, meaning the body; dimension, as the measurable and recognisable space; place, the term that easily keeps a story together, a destination, a meeting point with real life, which is itself enclosed in an image. The evocative power of photography it is its capability to witness, besides the message that carries, the meaning of life and existence itself, the biographic universal model in which the genome of our history is held.
Materia#Matera is also a moral operation of knowledge, an incipit from which to start to appreciate with more awareness, the uniqueness of a place and its people, the richness of details presented in these images, a homage to the love that people dedicated to the city and its rebirth. The passage of thousands of visitors as the confirmation of what overwhelmingly came up through the entire path and of which I started this on-going sequence.